Godo presenta la sua Mappa
Lunedì 13 febbraio 2012, ore 21.00
Godo di Gemona
Centro socio culturale di Godo
In occasione dei festeggiamenti di San Valentino, è in programma la presentazione della mappa che, stampata, verrà distribuita a tutti i presenti con una “guida alla lettura” in cui sono riportati i contributi inediti di Alida Londero, insegnante e storica locale (“Il borgo di Godo nel medioevo”) e di Igor Londero, ricercatore all’Università di Trieste (“Godo premoderna”). All’incontro parteciperà una rappresentanza dell’Ecomuseo sardo dell’Alto Flumendosa con cui l’Ecomuseo delle Acque ha avviato uno scambio su saperi e beni immateriali.
Per realizzare la mappa di comunità di Godo sono state organizzate decine di riunioni operative che hanno affrontato vari argomenti, dalle famiglie ai personaggi, dai nomi di luogo al cibo, dalle feste ai mestieri, dai giochi alle favole e ai racconti; presentate pubblicazioni sulla storia e le vicende locali; illustrate nel corso di incontri pubblici l’evoluzione del processo e la documentazione acquisita; promosse visite guidate ai luoghi di maggiore interesse; condotte interviste alle persone rilevanti per la vita della comunità.
La mappa vede rappresentati due insediamenti separati da un muro merlato: si tratta della borgata di Godo disegnata in due momenti distinti della sua storia recente, prima e dopo il terremoto del 1976. Il gruppo di lavoro ha fatto questa scelta per rimarcare la sua appartenenza a due fasi diverse della vita del paese. Attorno ai due abitati, quasi a definire un’ideale cornice, si distinguono gli edifici che più di altri rappresentano la comunità, come la chiesa di San Valentino, la latteria, il mulino, la fontana di Silans, il grande lavatoio pubblico, il centro socio culturale.
Un elaborato che è il frutto di un processo collettivo con cui gli abitanti della frazione di Gemona hanno individuato e interpretato luoghi, segni, testimonianze, oggetti, saperi in cui si riconoscono. Il risultato finale è una vera e propria mappa, opera del disegnatore Roberto Zanella, che descrive graficamente i monumenti, i manufatti e il paesaggio relativi ad un borgo storicamente significativo, trattandosi di uno dei più antichi insediamenti sorti nell’alta pianura ed avendo ospitato dopo il sisma del 1976 una tendopoli che ha rappresentato una delle forme di autogestione più avanzate del Friuli terremotato.